di Agostino
Giordano
pubblicato su www.arrotinomagazine.it
il 15/11/2013
Il 1947 fu
un anno particolarmente turbolento per quanto riguarda le
mobilitazioni contadine e la repressione, come spesso è accaduto nel
nostro Paese, fu terribile. Accaddero episodi molto gravi che,
purtroppo, non fanno parte della memoria collettiva e che è bene
riportare in luce, anche per rendere un giusto tributo a coloro che
hanno pagato con la vita e con il sangue.
Ad esempio, per citare uno
di questi episodi, a
Potenza una manifestazione contadina -
che si svolse in Piazza
Prefettura proprio
nel 1947 -
venne duramente repressa.
Così raccontava al Ministro
dell’Interno il tragico episodio, l’allora Prefetto
del capoluogo lucano Virgilio:
“Il mattino del
giorno 29 aprile oltre mille contadini provenienti dalla campagna
circostante e
di qualche comune viciniore armati
di zappe, randelli e grossi bastoni, inscenarono in questa piazza
Prefettura una violenta manifestazione, chiedendo l'abolizione totale
dell'ammasso, la libera macinazione del grano e la soppressione del
Consorzio Agrario.
Una Commissione di
dimostranti venne subito ricevuta dal Prefetto, presenti anche il
segretario della Camera Confederale del Lavoro, il Segretario della
Federazione, ed esponenti del Partito Comunista, Socialista e
Democristiano.
Mentre si svolgeva la
discussione, la folla tumultuava impaziente ed aggressiva,
accentuando l'atteggiamento minaccioso coll'agitare bastoni e
randelli in alto, specie quando qualcuno della Commissione si
affacciava alle finestre per esortare alla calma”.
Il Prefetto prosegue poi nel
suo resoconto spiegando che tutti i tentativi di portare alla calma
furono vani e, per giustificare la repressione attuata dalle forze
dell'ordine, enfatizza decisamente i toni.
Infatti “la folla si
accalcò sempre più verso il portone della Prefettura facendo viva e
violenta pressione sullo sportello di entrata che veniva tenuto fermo
con notevole sforzo dagli agenti dell'ordine, ivi di servizio”.
“Ad un tratto da un
dimostrante, salito su di un piedistallo delle colonne site ai lati
del portone, con una lunga mazza furono rotti i vetri della lunetta
che caddero in frantumi sugli agenti di servizio all'interno, e,
mentre altri dimostranti tentavano la scalata all'ammezzato della
Prefettura, la folla ebbe ragione del supremo sforzo comune compiuto
dagli agenti per tenere fermo lo sportello d'entrata, ed un primo
notevole gruppo di dimostranti irruppe nell'androne armato e deciso
ad ogni estrema violenza, per cui la forza pubblica fu costretta a
sparare in aria per impedire che quei forsennati avessero invaso e
saccheggiato tutti gli uffici che hanno sede nel Palazzo del
Governo”.
La polizia sparò
quindi in aria,
ma, misteriosamente e senza la precisa volontà di uccidere - come
tradizione italiana vuole –
“tra la folla, alcuni
dimostranti furono raggiunti da colpi, in lontananza. Due
di essi feriti gravemente decedettero poi all'ospedale”.
Infine il Prefetto
rassicurava il Ministro sul fatto che erano “in corso indagini
complesse per accertare le responsabilità della illegale e criminosa
manifestazione, sconfessata dai partiti e dalle organizzazioni
sindacali” e che erano state arrestate otto persone*.
Il risultato finale della
repressione della forza pubblica “costretta a sparare in aria” fu
di due morti e diversi feriti.
I due caduti
furono Antonio
Bastanzio di Senise (Pz),
studente liceale di 19 anni (morto lo stesso giorno 29, a poche ore
dagli incidenti) e Pietro
Rosa di Tito (Pz),
padre di due figli (ferito mortalmente all’addome, morì il giorno
seguente, 30 aprile, all’ospedale San Carlo di Potenza**.
Due morti che la memoria
collettiva, in particolare lucana, a prescindere dalle dinamiche che
hanno generato questo tragico episodio e che successivamente
proveremo ad analizzare in questa sede (valutando anche la situazione
politica contestuale) potrebbe considerare come martiri che hanno
sacrificato la loro giovane esistenza sull'altare del progresso
civile e sociale del nostro Mezzogiorno e del nostro Paese.
*ASP,
Prefettura – Atti di Gabinetto (1940 – 1956 ca.), 2° vers. / 2°
el., cat. XII,busta 67: Relazioni
mensili (1947-1950,
Relazione mensile del Prefetto di Potenza scritta al Ministro
dell'Interno il 6 maggio 1947 e riferita al mese di aprile.
**Cfr. Azione
Proletaria –
Organo della Federazione Comunista, Anno IV, Numero Straordinario di
Domenica 4 maggio 1947, in ASP, Prefettura – Inventario Atti di
Gabinetto (1926 – 1956 ca.) 2° vers. / 2° el., Cat.
XII B, busta 86, fasc. 86: Esemplari
d'obbligo.